mercoledì 4 aprile 2018

Fabio Trevisan sulle poesie di Chesterton sul Mistero Pasquale - da Riscossa Cristiana

Propongo, per riflettere sul mistero pasquale e sulla grazia della conversione, tre poesie di Gilbert Keith Chesterton che guardano a Nostro Signore Gesù Cristo in modo originale: dalla parte dell'asino nella Domenica delle Palme, l'immedesimarsi sul Golgota nella preghiera nell'oscurità e la gioia della conversione nel miracolo di Lazzaro. Ringrazio Rodolfo Caroselli per la traduzione in versi italiani.
L'asino

Pesci volaron, camminaron boschi
da spino un fico è nato,
di sangue era la luna, son sicuro,
quand'io fui generato.
Capo mostruoso, un verso che ripugna
orecchie come ali,
parodia quadrupede del diavolo
fra tutti gli animali.
Straccione io, reietto della terra,
da sempre il più ostinato;
fame, frusta, ludibrio: resto muto,
il segreto è celato.
Io pure, sciocchi! Ebbi la mia ora;
gloriosa la gustavo:
clamore nelle orecchie ed un tappeto
di palme calpestavo.

Preghiera nell'oscurità

Questo Ti chiedo, o Cielo, se impazzissi,
niente pietà; ma che si nutra il mondo,
sì, se io, folle, a morte mi colpissi,
cura Tu l'erba sopra il mio sepolcro.
Se impegolato qui fra sole e terra,
urla e rumore, lasciami la grazia,
nel sole, nella pioggia e nei Tuoi frutti,
del muto, scintillante, sdegno Tuo.
Le stelle, grazie a Dio, mi son precluse
Nel mio notturno, tormentato pianto
Che, grazie a Dio, non turba una falena,
né il maledire mio recide un fiore.
Benché si dica: il sole fu oscurato,
splendeva io credo anche sul Calvario;
ed Egli udendo, appeso a quella Croce,
tutti grilli cantar, fu consolato.



Il convertito

Dopo un momento che, piegato il capo,
crollato il mondo, poi ritornò dritto,
uscii fuori: la strada biancheggiava,
giravo ed ascoltavo quella gente,
selve di lingue, foglie ormai ingiallite,
sgradite no, però sommesse e strane;
lievi vecchi misteri e nuovi credi
come a commemorare, senza scorno.
I saggi ti daranno cento mappe
Guide ramificate dei loro cosmi,
sezionano la ragione coi setacci,
che lascian l'oro per raccoglier sabbia;
ma questo è men che polvere per me:
perché il mio nome è Lazzaro e vivo.

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