giovedì 21 settembre 2017

Un aforisma al giorno (ari-grazie, Brunelli)

Il periodo che tappezzò le chiese di nudi cherubini e di santi dall'aria di divinità solari fu lo stesso che produsse alcuni tra i più sensitivi e umili e simpatici grandi cristiani della storia; persone come San Vincenzo de' Paoli, San Francesco di Sales e Santa Teresa si muovevano in quella desolazione di candidi marmi e di rilucenti dorature tropicali con anime delicate, trasparenti e teneramente multicolori quanto le più belle vetrate del medioevo. La vera spiegazione non è che facessero un gran conto del marmo, ma piuttosto che lo consideravano cosa di secondaria importanza.
Il Cristianesimo o il Cattolicesimo (il che mi perdoni il signor Capek, è una cosa sola) è qualcosa più d'uno stato d'animo, per meglio dire è come un evento, un lieto evento come quando in una famiglia nasce un bambino. I genitori sanno che nei rapporti col bambino si troveranno in un centinaio di stati d'animo a partire da quello che rasenta l'adorazione sino a quello che confina con l'infanticidio. Ma la essenza del fatto non cambia, e tutte le altre cose, compresi gli stati d'animo, si adatteranno di volta in volta al fatto. Si potrà avere in famiglia ogni genere di discussione relativamente al migliore stile dei giocattoli per il bambino, così come si ha nella Chiesa ogni genere di discussione intorno al migliore stile per un'arte religiosa. E come abbiamo una scuola gotica abbiamo un'arte del grottesco; certa gente non considera troppo floride né troppo sciocche le bambole di cera che si comprano sotto i portici di Lowther così come altri non considerano una Madonna del Murillo alla stessa stregua di una bambola di cera. Altri ancora vorrebbero che ogni fantoccio per bambini fosse perfetto di forma e di proporzioni come un dio greco, come la minuscola figura di Mercurio alato che in uno dei romanzi di Wells cadde da un'auto in corsa e raccattato da un bambino divenne il giocattolo preferito a tutti i burattini e agli orsacchiotti. La lotta fra classicismo e stile fantasioso si trascinerà senza fine… 

La disputa può infuriare tanto intorno alle bambole della stanza dei bambini quanto intorno agli idoli del tempio. Ma quelli fra noi che desiderano giungere per davvero ad una conclusione tanto per il tempio che per la stanza dei bambini non trattano le differenze come profonde differenze di lealtà e di sottomissione poiché si tratta di differenze di mezzi e non di fini. Noi che siamo i sudditi d'uno stesso Re non giudichiamo queste scuole di stili come immaginano i critici che le trattano come scuole di pensieri diversi. Ci piace la bambola aggraziata come una driade e il fantoccio grottesco come la decorazione d'una scultura gotica, innalziamo l'una contro l'altro e insistiamo perché quella o questo divengano il simbolo più educativo, ma in ultima analisi queste cose non ci preoccupano. Non è come fare un semplice paragone tra diversi divertimenti, come volersi procurare un divertimento; in verità un figlio è nato fra noi.

Chesterton, La risurrezione di Roma

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