mercoledì 30 novembre 2016

La copertina intera di La divina poltrona

Bellissima, eh?

Aneddoti su Chesterton -

La corpulenza di Chesterton è stata, come è ovvio, l'occasione di molte storie divertenti (che egli stesso diffondeva, amplificava, eccetera…).
Si racconta che una volta disse all'inizio di una conferenza a Pittsburgh (USA):

«Vorrei rassicurarvi che non sono di questa taglia, in realtà… Miei cari, sono amplificato dal microfono…»

L'Uomo che fu Giovedì, frontespizio vergato da Gilbert stesso

martedì 29 novembre 2016

lunedì 28 novembre 2016

Ne La Divina Poltrona c'è anche questo!

Come David Casaleggio, Raul Castro, Kim Jong-un e Hillary Clinton ci insegnano, siamo in tempi di monarchia ereditaria.

Esiste però una eccezione, come già rimarcava Chesterton nel 1914

IL CONTADINO CHE DIVENNE PAPA
Tra le molte sincere e toccanti manifestazioni di rispetto per la morte di Pio X, la maggior parte ha rilevato il fatto che il defunto Papa era per nascita un contadino.
Tuttavia pochi o nessuno, mi pare, hanno seguito le tracce di questa verità fino alla sua più interessante e perfino terribile conclusione. Perché la verità è che l'antico Papato è praticamente l'unica autorità nell'Europa moderna in cui questo possa accadere. È il più antico, senza paragone il più antico, trono d'Europa; ed è l'unico a cui possa salire un contadino. Negli Stati semiasiatici ci sono indubbiamente incursioni e usurpazioni. Ma si tratta di briganti più che di contadini; io invece parlo del contadino vero e proprio che si fa strada grazie al solo merito. Questa è la sola vera monarchia elettiva rimasta nel mondo; e qualunque contadino potrebbe esservi eletto.
C'è qualcosa di spaventoso e inquietante nella brillante cecità degli illuminati. Hanno telescopi e non vedono; hanno telefoni e non odono. Una qualche segreta paralisi della mente o dei nervi impedisce loro di essere consapevoli di qualunque cosa sia evidente e presente. Mi son sentito dire in un club di dibattito che le guerre erano oramai praticamente impossibili, roba del passato, proprio mentre gli strilloni davano notizia dell'ultimatum dell'Austria alla Serbia. Scommetterei che lo stanno ancora dicendo, in quel club di dibattito. E se andassi a dir loro che la moderna epoca scientifica è stata, di gran lunga più di qualunque altra epoca, l'Epoca del Militarismo, essi chiamerebbero questo semplice fatto un paradosso...
Quelli che più lo ammiravano, ne ammiravano la semplicità e ragionevolezza da contadino. Quelli che più mormoravano contro di lui, si lagnavano della caparbietà e della riluttanza da contadino. Ma proprio per quel motivo è stato chiaro che la più antica istituzione rappresentativa d'Europa funziona: mentre tutte le nuove sono crollate. È ancora possibile trovare il tipo forte, paziente, arguto che mantiene vivi buon umore e carità tra milioni di persone, vivi e supremi in un'istituzione pubblica.
Ma penso che si troverebbero in imbarazzo i Parlamentaristi e i Suffragisti e i Rappresentativisti Proporzionali e tutti gli altri emendatori del nostro complesso macchinario, a dirmi dove altro questo sia possibile: se non nel posto che ora è rimasto vuoto.
Come è stato sottolineato, con sottile potenza e tutta la delicatezza del caso, in innumerevoli giornali liberali e di mentalità aperta, il grande e buon prete ora morto aveva tutti i pregiudizi di un contadino. Aveva quel pregiudizio per cui la mistica parola "sì" dovrebbe essere distinta da quell'altrettanto insondabile espressione che è "no". Molti viaggiatori girovaganti in paesi contadini hanno trovato tracce di tale credenza...
Questa credenza ostinata che due volte due fa quattro, e tre volte tre fa nove, senza dubbio impregnava l'intelligenza del grande contadino quando discuteva con tutta l'Intellighenzia d'Europa. Essi erano i più fini intelletti del tempo. Così dicevano; e se non lo sapevano loro... Il Papa non pretese mai di avere un intelletto fuori dal comune, ma sosteneva di essere dalla parte del giusto; e infatti c'era. Ogni ateo onesto, ogni calvinista onesto, ogni uomo onesto che intende qualcosa o che crede o nega qualcosa, avrà ragioni per ringraziare la sua buona stella (un costume pagano) per il contadino in quell'alta posizione. Egli soppresse l'enorme eresia che due teste siano meglio di una; quando crescono sul medesimo collo. Soppresse l'idea pragmatista di volere la botte piena e la moglie ubriaca. Lasciò che le persone concordassero o no con il suo credo ma non le lasciò libere di travisarlo.
Ciò fu esattamente quello che qualunque contadino preso da qualunque colle o pianura avrebbe detto. Ma c'era in lui qualcosa di più, che non sarebbe stato nel comune contadino. Per tutto il tempo ha pianto a causa delle nostre lacrime; e gli si è spezzato il cuore per il nostro spargimento di sangue.

(Chesterton, Il Contadino che divenne papa, in La Divina Poltrona e altre comodità) Prenotate il prima possibile per la strenna natalizia, e inviate la vostra foto per la vignetta di gruppo! laperlapreziosa@libero.it

domenica 27 novembre 2016

Prima colazione con...

... Gilbert!!!

Solo ed esclusivamente su www.pumpstreet.it !

venerdì 25 novembre 2016

Un aforisma al giorno (per pochi ma dovrebbe essere per tutti)

When it comes to life the critical thing is whether you take things for granted or take them with gratitude.

Gilbert Keith Chesterton

giovedì 24 novembre 2016

La divina poltrona e altre comodità - Per comprendere il titolo della Strenna 2016...



L'aggiustare è basato sull'idea che la natura originale di una cosa è buona; il terminare è basato sull'idea che la natura originale di una cosa è cattiva o che perlomeno ha perduto ogni capacità di essere buona.
Se io "aggiusto" una poltrona è perché voglio una poltrona. Aggiusto la poltrona perché desidero ricondurla in uno stato di più compiuta poltronità. La mia obiezione alla poltrona nel suo stato non-aggiustato è che i suoi difetti le impediscono proprio di essere una poltrona nel senso più vero. Se (per dire) lo schienale s'è staccato e tre zampe sono scomparse, io mi accorgo, guardandola, non semplicemente che colpisce lo sguardo per un'aria di generale irregolarità; mi accorgo che sotto questo e quest'altro aspetto essa decisamente non è all'altezza della Divina e Archetipica Poltrona, la quale, avrebbe fatto notare Platone, esiste in cielo...
Se avete intenzione di terminare un locandiere, si può farlo facilmente con un'accetta. Ma se avete intenzione di aggiustare un locandiere, dovete farlo con tenerezza, dovete farlo con rispetto. Dovete attaccare una gamba o un braccio extra alla sua persona, tenendo sempre presente l'immagine platonica del locandiere perfetto, alla cui forma voi cercate di ricondurre il vostro.


G. K. Chesterton, Dell'aggiustare e terminare le cose, in La Divina Poltrona e altre comodità, Leardini 2017

p.s. Prenotate i libri al più presto e mandate la vostra foto per la vignetta!

Il costo del pacco dono?
1 copia: € 18,00 spedizione compresa
2 copie: € 25,00 spedizione compresa
3 copie: € 36,00 spedizione compresa
5 copie: € 45,00 spedizione compresa
10 copie: € 70,00 spedizione compresa
20 copie: € 120,00 spedizione compresa
Sopra i 40 libri: € 4,50 a copia, spedizione compresa!


prenotazioni: laperlapreziosa@libero.it

Un aforisma al giorno

martedì 22 novembre 2016

Un aforisma al giorno

Una norma morale deve rimanere la stessa altrimenti non è una norma morale.

Gilbert Keith Chesterton

lunedì 21 novembre 2016

domenica 20 novembre 2016

Arriva la Strenna Natalizia 2017!!!


Come negli anni passati con Eretici, Ortodossia, Cosa c'è di sbagliato nel mondo, La Nonna del Drago, Il Club dei Mestieri Stravaganti e La Sorpresa, rilanciamo l'idea di regalare a Natale a tutti gli amici un libro di Chesterton offerto in edizione economicissima.

Insieme alla Casa Editrice Leardini e al Centro Missionario Francescano delle Marche, stiamo per dare alle stampe «LA DIVINA POLTRONA E ALTRE COMODITA», circa 50 cinquanta bellissimi articoli inediti tradotti da Umberta Mesina. La copertina sarà anche quest'anno di Lorenzo Zappalà, che farà per noi una pazziata!!! Disegnerà una VIGNETTA DI GRUPPO CON IL VOLTO DI TUTTI I CHESTERTONIANI CHE LO DESIDERANO (spedite subito la vostra foto a: laperlapreziosa@libero.it)

Il costo del pacco dono?
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Sopra i 40 libri: € 4,50 a copia, spedizione compresa!

Precisiamo che fra qualche mese il volume sarà nelle librerie al costo di € 18,00 a copia. Il guadagno dell'iniziativa andrà a favore delle Missioni Francescane di Zambia e Cuba.
Prenotate entro il 1 dicembreESCLUSIVAMENTE a questo indirizzo: laperlapreziosa@libero.it(non usate assolutmente altri canali!!! ):
Per il pagamento, dopo che avrete ricevuto i libri, l'intestazione è: 
Centro Missionario Onlus Ofmconv Marche - Buona stampa
alle poste: ccp: 3130793
in banca: IBAN: IT22 Y076 0102 6000 0000 3130 793
CIN: Y ABI: 07601 CAB: 02600 N° Conto: 000003130793
oppure con Postepay N° 4023600644387302 intestata a Roberto Brunelli
I libri vi arriveranno tramite corriere espresso SDA entro il 16 Dicembre.
Spargete la voce a tutti i Chestertoniani di vostra conoscenza!!

La Segreteria Volante

Un aforisma al giorno

Quasi tutte le proposte contemporanee per introdurre la libertà nella Chiesa sono semplicemente proposte per introdurre la tirannia nel mondo.

Gilbert Keith Chesterton

Un aforisma al giorno

Non sono distratto. È che sono attratto da qualcos'altro e ciò mi rende ignaro di tutto il resto.

Gilbert Keith Chesterton

sabato 19 novembre 2016

Un aforisma al giorno

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
No man has ever laughed at anything till he has laughed at himself.

Nessun uomo ha ancora riso di nulla finché non ha riso di sé.

Un aforisma al giorno

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
We read in the greatest of texts that God is Love, but we do not read anywhere that God is Sentimentalism.

Leggiamo nei maggiori testi che Dio è amore, ma non leggiamo da nessuna parte che Dio sia sentimentalismo.

giovedì 17 novembre 2016

Guardate qua il dr. Johnson...

Un aforisma al giorno

G.K. Chesterton (@chesterton100)
"[Modern thinkers] all have...the combination of expansive & exhaustive reason with a contracted common sense." - G.K. Chesterton pic.twitter.com/9h1itxxLkv


martedì 15 novembre 2016

Il ritorno di don Chisciotte - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

"Non avevo idea che la ricostruzione della civiltà dopo le guerre barbariche e il Medio Evo potesse essere così affascinante e complessa"

In questo romanzo,"Il ritorno di Don Chisciotte", del 1927, Gilbert Keith Chesterton omaggia sin dal titolo Miguel de Cervantes, come aveva fatto nel precedente poemetto Lepanto del 1911, a ricordo di chi allora aveva combattuto per la civiltà cristiana. Questa corposa opera letteraria del grande scrittore inglese è ancora una volta un rimando affascinante a quel nobile Medioevo a cui il novello Don Chisciotte, Michael Herne, di professione bibliotecario, rimarrà letteralmente abbagliato e desideroso di restaurarlo nella società moderna.

Come spesso accade nei romanzi chestertoniani, la trama è complessa e si dipana apparentemente in modo accidentale, anche se in verità dovremmo dire provvidenzialmente. Il luogo dove si svolgono i fatti è un'antica abbazia modernamente trasformata in una villa da Lord Seawood. In quel luogo di ancestrale memoria un'amica della figlia (Rosamund) di Lord Seawood, Olive Ashley, commediografa ed appassionata di arte, dipinge cercando i colori di un tempo passato: "La ragazza stava stendendo i suoi colori particolari con estrema attenzione, cercando di imitare dei gioielli sul fondale come se stesse riproducendo una miniatura medievale…perché riteneva facesse parte di un concetto molto più ampio legato a un passato ricco di tradizioni". Non dobbiamo dimenticare che Chesterton stesso si era diplomato alla Slade School of Art ed era un grande appassionato di arte. Sarà infatti Olive l'anima della ricerca e del ripristino degli antichi e fieri colori appartenuti a quell'epoca medievale passata: "L'oro antico che usavano un tempo è andato perduto. Ieri stavo guardando un vecchio messale che ho trovato in biblioteca. Sai che il nome di Dio era sempre scritto in caratteri dorati?". Ed ancora: "In un angolo della pagina c'era l'immagine del mostro dalle molte teste dell'Apocalisse…i suoi colori vivaci brillavano ancora attraverso i secoli con un rosso che pareva avere la purezza della fiamma".

Manderà lei infatti il fido Douglas Murrel, che diventerà lo scudiero Sancho Panza, a recuperare quel colore rosso antico dal vecchio artigiano Hendry, drammaticamente isolato e ignorato da tutti. Murrel lo farà scarrozzando su un hansom cab (calesse a due ruote con cabina) piuttosto che su un ronzino come nell'epopea cavalleresca del Cervantes. Come ha giustamente notato Paolo Morganti nella premessa al libro che ha lui stesso tradotto: "E' il colore, depositario di antiche e romantiche immagini di cavalieri armati, di dame leggiadre, di fantastici animali e di vegetali usciti da un libro medievale, la chiave di volta su cui regge l'intera storia". La ricerca appassionata del colore antico andato quasi irrimediabilmente perduto sarà così la "giusta vernice" alla fantastica commedia: "Blondel il trovatore", nella quale spiccherà il nuovo Don Chisciotte, che vestirà i panni del re Riccardo Cuor di Leone (Riccardo I d'Inghilterra).

La questione del "colore" era per Chesterton essenziale; si potrebbe dire, nel linguaggio tomistico prediletto dal romanziere di Beaconsfield, che si trattava di un problema di sostanza e di forma. Infatti farà dire a Murrel, l'intrepido scudiero di Don Chisciotte: "Quando parlo a Olive so che il colore giusto e il colore sbagliato sono in lei altrettanto reali del Bene e del Male e di qualsiasi altra cosa". Questo amore per le cose belle e preziose produrrà parecchie conversioni, documentate nel romanzo: la prima, quella del bibliotecario (nuovo Don Chisciotte), a tal punto rapito dalle suggestioni e ragioni antiche da non voler lasciare più la forte identità ravvisata nella cultura medievale: "Voi tutti amate cambiare e vivere per cambiare, ma io non potrò mai cambiare. Chi ha cambiato è caduto, ed è per questa follia del cambiamento che in genere si precipita". La seconda, quella di Rosamund Seawood, che dopo essersi convertita al cattolicesimo farà restaurare l'abbazia paterna e richiamerà i monaci che l'avevano abitata in precedenza.

Il ritorno di Don Chisciotte, scritto quasi un secolo fa, è ancora meravigliosamente attuale e sprona, come tutti gli scritti di Chesterton, a riflettere seriamente, come espresso nel finale da Olive: "Se noi vogliamo il fiore della cavalleria, dobbiamo andare indietro fino alle radici della cavalleria. Dobbiamo tornare indietro fino a un luogo spinoso che la gente chiama teologia. Dobbiamo pensare in un modo differente alla morte, all'essere liberi, alla solitudine e all'ultimo appello…I nostri padri hanno fatto queste cose a migliaia ed erano persone abbastanza comuni. Noi non siamo sempre a domandarci come hanno fatto. Quello che dobbiamo domandarci è perché l'hanno fatto".

Un aforisma (assolutamente fuori moda) al giorno

Vorrei dire per via di metafora che i sessi sono due ostinati pezzi di ferro, che se mai si potranno fondere, si fonderanno allo stato incandescente. Ogni donna finirà per scoprire che suo marito è un animale egoista, se paragonato all'ideale femminile. Ma è bene che ella compia la scoperta della bestia mentre entrambi si trovano ancora a vivere la storia de "La Bella e il Mostro". Ogni uomo deve scoprire che sua moglie è irritabile, vale a dire tanto sensibile da fare impazzire: perché di fronte all'ideale maschile ogni donna è folle… Tutto il valore dei normali rapporti fra uomo e donna sta nel fatto che essi incominciano veramente a criticarsi quando incominciano ad ammirarsi davvero. Ed è bello che sia così. Io sostengo, e non rifiuto alcuna parte di responsabilità in tale affermazione, che è meglio che i due sessi non si comprendano, fino al momento in cui si uniranno in matrimonio. E' bene che non abbiano la conoscenza prima di avere il rispetto e la carità... Coloro che da Dio vennero separati, nessun uomo osi unire.


Gilbert Keith Chesterton, L'uomo comune

«Ricerche correlate...»

È vero, tutti questi signori (e c'è pure una signora) sono "correlati" al nostro Gilbert...

Potrei anche indire l'ennesima edizione del Concorsone (questi sono concorsi seri! Non quello della scuola!) di Splendido Detective Chestertoniano, ma sarebbe troppo facile, le risposte sono tutte nel blog e uno un po' sveglio non andrebbe ad abbeverarsi chissà dove... qui c'è la fons fontium!

Però stavolta mi sento di dare ragione al Signor Google. Sono tutti correlati con lui, qualcuno gli deve anche tanto, a qualcuno deve qualcosa lui stesso. Credo poi che anche una gentile ed educata signora come Agatha Christie gli debba tanto per il divertimento guadagnato insieme nel Detection Club. Ma pensa che bello!

Marco Sermarini 





Inviato da iPhone

domenica 13 novembre 2016

Da Eretici a Trump con Roberto (Rob) Prisco

Nel quinto capitolo di Eretici parlando della relazione tra umiltà e potere GKC cita una frase di J Addison di duecento anni prima:

"Non è dato ai mortali di meritare il successo: Ma noi faremo di più,.., l'otterremo"

Se mi permetti vedo in questa frase la descrizione della vittoria di Trump, paragonata alla sconfitta della Clinton che si mostrava convinta di meritare dinasticamente la vittoria.

Roberto Prisco

sabato 12 novembre 2016

Rivolta alla locanda su Pump Street

Un aforisma al giorno (un grande classico)

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
The true soldier fights not because he hates what is in front of him, but because he loves what is behind him.


mercoledì 9 novembre 2016

L'ingresso di Chesterton nella pubblicità... o no?

Vi giriamo una simpatica segnalazione di Maria Grazia Gotti, che ci mostra come Chesterton sia entrato nel mondo dell'advertisement... Leggete le prime righe del testo del collegamento qui sotto:



In realtà in un certo senso c'era già entrato da un po', anzi da vivo, come potete vedere da questa famosa immagine. Era stampata sulla carta che avvolgeva le sigarette all'interno della loro scatola metallica, marca Wills. La stessa sorte toccò a Hilaire Belloc, come pure vedete qui sotto:


La faccia paffuta di Chesterton coi suoi baffi da guerriero gallico (come disse Cecchi) e il viso squadrato molto napoleonico di Belloc tra una tirata e l'altra... A loro di certo non dispiacque, anche se non sappiamo se mai ne ricavarono uno scellino.

Però eccoli qua, pubblicitari al massimo!

martedì 8 novembre 2016

Un testo importante per i distributisti (contro l'usura, l'utilitarismo...)

L'autore è il brillantissimo Sant'Ambrogio.
Merita.

Un aforisma al giorno (da suggerire a tutti i politici)

Il test della democrazia non è se il popolo vota ma se il popolo governa.

Gilbert Keith Chesterton

domenica 6 novembre 2016

Un aforisma al giorno (meno male che ci sei tu, Chesterton! Queste cose non le dice più nessuno!!!)

«Non ci può essere un'educazione libera; perché se lasci libero un bambino non lo educherai affatto».

Gilbert Keith Chesterton, Cosa c'è di sbagliato nel mondo

venerdì 4 novembre 2016

Un aforisma al giorno

Un aforisma al giorno

Un aforisma al giorno

Ogni istante aumenta in noi la necessità morale di avere questa mente immortale. Dobbiamo possedere qualcosa che tenga insieme i confini del mondo, mentre facciamo i nostri esperimenti sociali o realizziamo le nostre utopie. Per esempio, dobbiamo raggiungere un accordo ultimativo, anche solo basato sull' evidenza della fratellanza umana, per evitare reazioni di brutalità umana. È molto probabile che oggi la corruzione del governo rappresentativo porti al predominio dei ricchi, calpestando tutte le tradizioni egualitarie, tramite un orgoglio pagano. L'evidenza va riconosciuta dovunque come vera. La semplice reazione e la desolante ripetizione di vecchi errori vanno evitate. Dobbiamo far sì che il mondo intellettuale sia salvaguardato dalla democrazia. Ma nella situazione attuale di anarchia mentale nessun ideale è al sicuro. Così come i protestanti si appellavano alla Bibbia contro i preti senza rendersi conto che anche la Bibbia poteva esser fatta oggetto di discussione, similmente i repubblicani si appellavano al popolo contro il re senza rendersi conto che anche il popolo poteva rifiutarsi di obbedire. La dissoluzione delle idee, la distruzione di tutte le prove veritiere, che è stata resa possibile dall' abbandonare il tentativo di mantenere ferma una Verità fondamentale e civile per scartare tutte le verità e le tracce e per rifiutare tutti gli errori, non hanno fine. Da allora, ogni gruppo si è impossessato di una verità singola impegnandosi a trasformarla in una falsità. Vi sono stati una gran quantità di movimenti, o, in altre parole, monomanie. Ma la Chiesa non è un movimento bensì un luogo d'incontro, il luogo dove tutte le verità del mondo si danno appuntamento".

Gilbert Keith Chesterton, Why I am a catholic

Un aforisma al giorno

Ogni istante aumenta in noi la necessità morale di avere questa mente immortale. Dobbiamo possedere qualcosa che tenga insieme i confini del mondo, mentre facciamo i nostri esperimenti sociali o realizziamo le nostre utopie. Per esempio, dobbiamo raggiungere un accordo ultimativo, anche solo basato sull' evidenza della fratellanza umana, per evitare reazioni di brutalità umana. È molto probabile che oggi la corruzione del governo rappresentativo porti al predominio dei ricchi, calpestando tutte le tradizioni egualitarie, tramite un orgoglio pagano. L'evidenza va riconosciuta dovunque come vera. La semplice reazione e la desolante ripetizione di vecchi errori vanno evitate. Dobbiamo far sì che il mondo intellettuale sia salvaguardato dalla democrazia. Ma nella situazione attuale di anarchia mentale nessun ideale è al sicuro. Così come i protestanti si appellavano alla Bibbia contro i preti senza rendersi conto che anche la Bibbia poteva esser fatta oggetto di discussione, similmente i repubblicani si appellavano al popolo contro il re senza rendersi conto che anche il popolo poteva rifiutarsi di obbedire. La dissoluzione delle idee, la distruzione di tutte le prove veritiere, che è stata resa possibile dall' abbandonare il tentativo di mantenere ferma una Verità fondamentale e civile per scartare tutte le verità e le tracce e per rifiutare tutti gli errori, non hanno fine. Da allora, ogni gruppo si è impossessato di una verità singola impegnandosi a trasformarla in una falsità. Vi sono stati una gran quantità di movimenti, o, in altre parole, monomanie. Ma la Chiesa non è un movimento bensì un luogo d'incontro, il luogo dove tutte le verità del mondo si danno appuntamento".


Gilbert Keith Chesterton, Why I am a catholic

Il giuramento dei localisti di Hong Kong preoccupa Pechino - Molto Napoleone di Notting Hill in questa notizia...

Leggete.

http://m.asianews.it/index.php?art=39042&l=it

giovedì 3 novembre 2016

Un aforisma al giorno

G. K. Chesterton (@GKCDaily)
I never discuss anything except politics and religion. There is nothing else to discuss.


mercoledì 2 novembre 2016

L'ultimatum finale - di Fabio Trevisan (da Riscossa Cristiana)

“Da quel momento le fiamme si erano propagate, convertendosi infine in un colossale incendio in cui si era consumata gran parte della civiltà moderna”
zl-uomo-che-si-mise-un-cavolo-come-cappelloTra gli oltre cento titoli tra saggi, romanzi, poemi scritti da Gilbert Keith Chesterton è stata da poco pubblicata una serie di racconti intitolata curiosamente: L’uomo che si mise un cavolo come cappello”. Come accade spesso nelle traduzioni italiane, il titolo scelto molto si discosta dall’originale: “Tales of the Long Bow” (“I racconti dell’Arco Lungo”) del 1925. Gli aggettivi degli otto racconti relativi agli originali membri della Lega, di ispirazione medievale, rivelano la premura di Chesterton a non liquidare come annoiata e sterile la vita di questi confratelli: dall’impresentabile cavolo come cappello del colonnello Crane all’improbabile successo di Owen Hood, dall’inconcepibile teoria del professor Green all’inaudita architettura del comandante Blair fino all’ultimatum finale della Lega, i racconti vogliono stupire, farci pensare e meditare.
Dietro il velo dell’apparente assurdità delle storie, Chesterton illustra con il suo stile tipicamente paradossale le reali assurdità delle mode assunte acriticamente: “Conosco un mucchio di persone che pretendono di essere originali. Le scuole d’arte ne sono piene… Si comportano così perché lo fanno tutti, sono conformisti nel loro anticonformismo”. Riguardo il senso delle parole usate, il grande scrittore inglese, la cui propensione originale era la pittura, propone una riflessione sul valore della conoscenza umana, che si rifà alla scuola realista e tomista contrapposta al nominalismo: “I cultori di letteratura lasciano che le parole s’intromettano tra loro e il mondo. Noi perlomeno guardiamo alle cose e non al loro nome”. 
Gli strani personaggi che si alleeranno nella Lega dell’Arco Lungo, pur venendo da professioni e interessi diversi, converranno sulla reazione all’opacità mondana che trascura le tradizioni e il senso comune del popolo inglese: “Non chineremo il capo di fronte ai vandali e ai volgari tiranni che aspirano a distruggere i nostri templi e i nostri santuari”. Contro il giovanilismo e lo spirito rivoluzionario che vorrebbero sovvertire le tradizioni popolari i confratelli si scagliano a più riprese e con intenso vigore: “Voi giovani ribelli pensate di essere molto aperti e cosmopoliti: ma la verità è che non vi accorgete neppure di quanto siete limitati e provinciali”. Il riferimento all’arco architettonico e all’arciere della Corporazione ne attesta la solidità e la combattività, oltre che al necessario richiamo con il glorioso passato: “Se faccio uso dell’arco è perché si tratta di un’arma che rievoca le eroiche gesta del piccolo possidente inglese”. 
In sintesi la morale dei racconti è edificante e intende denunciare la prassi del mondo moderno, che ha rigettato i valori spirituali ed estetici per il perseguimento di un benessere materiale volgare: “Il mondo moderno è materialista, ma inconsistente. Il materialismo non è come una roccia: è come fango, e per giunta liquido”. Come accade spesso nei romanzi di Chesterton, avviene che la difesa della libertà, della famiglia, di Dio e della proprietà porti ad uno scontro frontale, ad un ultimatum finale, come recita il racconto conclusivo: “La minuscola organizzazione della Lega dell’Arco Lungo si erse solida, leale e fidata contro quell’anarchia di promesse mai mantenute”. 
Chesterton ci fa ancora una volta vedere come le piccole comunità (pensiamo ad esempio al quartiere londinese di Notting Hill che insorge contro l’industrialismo), le persone ritenute irrilevanti (un marinaio ed un oste nell’Osteria volante contro i politici e intellettuali inglesi favorevoli all’ingresso del musulmanesimo), così come i membri dell’improbabile Lega dell’Arco Lungo, possano davvero mutare il corso drammatico della modernità.
Esattamente da quelle voci che si collegano al passato, che amano la ricchezza del simbolismo cristiano medievale e che ostinatamente cercano di preservare la propria identità verrà, secondo l’auspicio di Chesterton, lo squillo di tromba che annuncerà l’ultimatum finale e l’irrompere della battaglia per la verità e la giustizia.

martedì 1 novembre 2016

Tutti i Santi - due cose...

Auguri a tutti per questa bella festa!

Chesterton era santo?
Su questo si pronuncerà la Chiesa.

Nel frattempo potete cercare nel nostri blog sotto l'etichetta "Santità di Chesterton".

Oggi poi, nel 1924, Frances Blogg sposata Chesterton divenne cattolica!

Fantastico! ...dalla libreria di del Santuario di Loreto!

Detection club nell'Enciclopedia Treccani

Buona Festa di Tutti i Santi!

Ne abbiamo parlato più volte qui sul blog, è piacevole trovate questa voce nella Treccani:

http://www.treccani.it/enciclopedia/detection-club/