giovedì 6 ottobre 2016

Rivolta alla locanda - la prefazione scritta dal nostro presidente

E' appena uscito Rivolta alla locanda per i tipi della Berica Editrice. L'autore è un chestertoniano, Edoardo Dantonia, anzi, uno dei maggiordomi di Casa Chesterton, e la prefazione l'ha firmata il nostro presidente. Per gentile concessione dell'editore possiamo pubblicare quest'ultima come invito alla lettura del libro, vale la pena davvero.


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Il racconto che vi aspetta avrà di certo molto di familiare per chi è amico di Gilbert Keith Chesterton, il grande giornalista e scrittore inglese di cui quest'anno ricorre l'ottantesimo anniversario della morte. Gli amici di Chesterton troveranno infatti Adam Wayne, Patrick Dalroy, Gabriel Syme, Innocent Smith (e qualche altro personaggio a me sfuggito) passeggiare in questa storia, ma il buffo è che tutti questi nostri eroi si trovano concentrati (o frullati) in un unico uomo che, per quanto sovrappeso, all'inizio non sembrerebbe riuscire a contenerli tutti. Questo viaggio dalla destinazione incerta è in realtà una specie di quest, o forse somiglia molto a quel misterioso inseguimento che Gabriel Syme-Gilbert Keith Chesterton compie ne L'Uomo che fu Giovedì; c'è un po' di rivolta di Adam Wayne contro la distruzione della sua amata Pump Street ne Il Napoleone di Notting Hill; vi parrà di rivedervi Patrick Dalroy girare come una mina vagante mulinare botte e schiaffi armato di botticella e forma di formaggio a portare in giro per l'Inghilterra la rivolta come nell'Osteria Volante. Innocent Smith spunta alla stessa maniera trasognata e piena di stupore di Uomovivo. L'inizio sembra quasi gotico, l'atmosfera un po' noir, ma il nostro Edoardo non cade nella trappola della disperazione, come grazie a Dio non vi cadde la buon'anima di Chesterton (Borges disse che, a differenza di Poe, pur essendovi sempre tentato, non vi indulse mai). Anzi si va verso la Speranza, con un bel po' d'ignoranza, incarnata nel nostro spettacolare protagonista proteiforme, che è un po' combattente e un po' missionario, ruvido come la carta vetrata e e tratti quasi tenero e paterno. Si tratta di quell'ignoranza che trasforma l'uomo selvatico in uomo salvatico, un po' alla Domenico Giuliotti, soprattutto se commista all'abitudine di fare certi ragionamenti sempre ai limiti, che sinceramente mi divertono sempre moltissimo, mi coinvolgono e mi ricordano quelli di certi miei clienti piuttosto sui generis, ai quali però non riesco a dare mai completamente torto…

La "vittima" di un tal protagonista assomiglia un po' a tanti giovani già cinici e sfiniti, a cui viene voglia di dire: ma come può esserti venuto in mente? Edoardo vuole probabilmente intraprendere la stessa via di Chesterton, cioè dire a tutto il mondo che è meglio esserci che non esserci. Una buona idea, soprattutto se perseguita con entusiasmo e con tenacia, virtù che - contrariamente ai cinici luoghi comuni - crescono con gli anni coltivandole.

E chi non conosce Chesterton? Il nostro Edoardo vi dà modo di conoscerlo perché gli elementi del pensiero di Chesterton, che si riflettono nella sua singolare "poetica", ci sono in percentuale molto alta: la lotta contro il potere che si chiami Big Business o Stato Servile, la logica del paese delle fate, il senso del costante stupore… Se uno legge Chesterton e lo prende sul serio, è giusto che poi qualcosa venga fuori, soprattutto se Chesterton è convincente. Per osmosi (o per grazia?) lo risulta poi anche l'autore dell'opera, perché dopo un po' di righe ti viene voglia di seguirlo: è divertente, ragiona bene, non pretende di ragionare sempre (il che va pure bene - lo dice Chesterton), per cui le pagine vanno lette.

Sia chiaro: non c'è solo Chesterton, anzi. C'è tanto amore per la vita, tanta Speranza, come pure la Fede e la Carità (anche se quest'ultimo maneggiata più col badile che con il cucchiaino del miele), e una buona dose di apparente follia. È un buon inizio che merita di essere continuato, anche perché dopo un po' il viaggio incuriosisce e "prende", quindi vuol dire che funziona.

Io mi sono divertito, penso farà lo stesso effetto anche a voi.

Marco Sermarini


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