lunedì 16 maggio 2016

Un aforisma (distruttivo per molti, troppi, di grande speranza per noi chestertoniani!) al giorno

Verso la fine del XIX secolo comparvero due incredibili figure: il puro Conservatore ed il Progressista ad oltranza; due figure che sarebbero state sommerse dal riso in qualsiasi altro periodo della storia umana. Non credo ci sia mai stata generazione di uomini che non abbia compreso la follia del semplice andare avanti o del solo star fermi; del puro progresso e della pura conservazione. La commedia greca del genere più grossolano avrebbe potuto forse presentarci lo spettacolo grottesco dell'uomo che vuol conservare a tutti i costi: sia che si tratti dell'oro giallo, sia che si tratti della febbre gialla. Nel più uggioso dramma medioevale avremmo potuto assistere alla farsa del gentiluomo progressista che essendo passato dal Paradiso al Purgatorio, decidesse di andare più lontano e più in basso.
Il XII e XIII secolo furono età di impetuoso progresso; gli uomini si dettero in fretta a costruire strade, ad allacciare commerci, ad istituire parlamenti, a redigere somme filosofiche, a fondare università e leggi universalmente valide, e guglie che mai sino allora avevano osato sfidare il cielo. Ma questi stessi uomini non avrebbero mai detto che desideravano il progresso, ma bensì strade, parlamenti e campanili a guglie... Soltanto i progressisti e i conservatori si sono contentati di due semplici parole.

Gilbert Keith Chesterton, Shaw

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