domenica 21 marzo 2010

Il viaggio interiore del pellegrino Chesterton verso la Chiesa cattolica - Il Sole 24 Ore recensisce Chesterton

di Massimo Donaddio

5 marzo 2010




Chesterton e la Chiesa cattolica. La potremmo definire una storia d'amore, un "romanzo dell'ortodossia" che ha attraversato mente, cuore, penna, ogni fibra dell'essere di questo grande scrittore inglese, amico-rivale di George Bernard Shaw, che ha stupito il suo tempo con l'ironia e con la passione per il paradosso tipica delle genti d'Inghilterra, ma anche con un'adesione fermissima e convinta ai dogmi della Chiesa cattolica romana, tanto da dedicare ai temi della fede la gran parte della sua sterminata produzione letteraria. Un rapporto a fasi alterne, quello tra Chesterton e la Chiesa, sfociato in una conversione, prima al cristianesimo, in seguito alla forma cattolica della fede cristiana (1922).

Proprio in questo campo si muove il saggio The Catholic Church and convertion del 1927, oggi ripubblicato dopo decenni in edizione italiana da Lindau. Qui l'autore guida il lettore alla scoperta del suo mondo interiore, delle ragioni che lo hanno convinto ad abbracciare la fede cattolica e dei pregiudizi che impediscono a molti di avere lo stesso suo grado di fiducia nei confronti di questa istituzione bimillenaria. Il brillante scrittore inglese adopera spesso il registro dell'ironia per intavolare un'apologia della fede che deve molto al tempo e al contesto in cui fu scritta, ma che non è priva di una sua organicità e sensatezza anche a distanza di tempo. Addirittura profetici alcuni giudizi dell'autore sui movimenti culturali più in voga nell'Inghilterra dei primi decenni del Novecento (socialismo, bolscevismo, futurismo, spiritismo), da Chesterton bollati come filosofie che non avrebbero potuto reggere l'urto del tempo, come è invece proprio delle religioni, e del cattolicesimo in particolare. Certo, lo scrittore aveva in mente le numerose conversioni di suoi contemporanei dall'anglicanesimo al cattolicesimo, ed era convinto che la fede cattolica fosse in grado di interrogare ancora molti, con la sua capacità di provocazione della vita e dell'intelletto.

Ma quali sono i passi per un'autentica conversione, secondo l'inventore di padre Brown? Innanzitutto fare piazza pulita dei pregiudizi gratuiti contro la Chiesa, molto diffusi in ambiente protestante: Roma non è una specie di abbazia in rovine come a volte si crede in Inghilterra, i preti e i gesuiti non vengono consacrati per tendere insidie e tranelli, la Bibbia non viene tenuta sotto chiave dai cattolici, ma non è l'unica fonte della verità e della tradizione ecclesiastica. Allo scrittore inglese, poi, appare inaccettabile un'idea di un cristianesimo che metta al primo posto gli interessi nazionali e patriottici – seppur in forma "sacralizzata" – dimenticandosi invece che tutti gli uomini sono fratelli, hanno uguale dignità e uguali diritti. Un'apertura universalistica e, appunto, cattolica, che Chesterton vede all'opera nella Chiesa romana e non molto nelle varie chiese nazionali di origine protestante.

Una volta sgomberato il campo dai pregiudizi e acquisito un atteggiamento intellettualmente onesto, il secondo passo sarà quello dell'ingresso progressivo nel mistero e nelle verità della fede cattolica, mentre il terzo passo è quello della consapevolezza che, una volta trovata la verità, non se ne può più fare a meno, si è conquistati da una luce che rischiara le ombre e dona piena coerenza e lucidità al pensiero. L'ultimo passo per una piena adesione di fede è, per il credente, dovuto all'intervento diretto dell'azione divina, che apre mente e cuore alla fede rivelata, ormai vissuta come risposta soddisfacente alle ansie di verità, di felicità e di libertà proprie del cuore dell'uomo di ogni tempo.

Al termine di questa sorta di pellegrinaggio interiore è proprio la religione più antica ad essere, per Chesterton, sorprendentemente la più nuova, perché la sua tradizione e le sue verità conservano da duemila anni intatte la loro validità. Persino le eresie e i movimenti culturali apparentemente più lontani – come il comunismo, ad esempio, che predica l'uguaglianza tra tutti gli uomini – non sono altro, per lo scrittore inglese, che deviazioni impazzite di alcune verità cattoliche vissute in maniera parziale.

Allora il percorso del convertito, secondo il magistero di Chesterton, sarà quello di colui che abbandona un luogo buio e angusto per uscire alla luce, per imparare a pensare, per scoprire quale sia la vera libertà. Se le caratteristiche del tempo moderno – anche oggi – sono la fiducia nella scienza, nel progresso e nella democrazia, la Chiesa cattolica è depositaria di una saggezza bimillenaria che va oltre il tempo presente e può mettere il credente in contatto e in comunicazione con i tesori dei secoli, della storia e dell'eternità di Dio. La "filosofia cattolica", per Chesterton, è «adatta alla natura umana e alla natura delle cose. Ma anche quando non si addice alla natura umana, nel lungo termine risulta favorire qualcosa di ancora più adatto». La Chiesa è allora quel luogo dove «tutte le verità si danno appuntamento», e dove l'ospite più gradito è il convertito, ossia l'uomo che passa dalle tenebre dell'ignoranza e della confusione alla luce della ragione e della chiarezza. L'esperienza che fu dello stesso scrittore inglese.

Gilbert Keith Chesterton
La Chiesa Cattolica
Dove tutte le verità si danno appuntamento
Edizioni Lindau, 116 pagine, 13 euro



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