mercoledì 11 novembre 2009

Oscar Wilde, il desiderio di Dio dentro una vita disordinata


Paolo Gulisano (Foto by FABRIZIO RADAELLI)

Monza - Uno scrittore irlandese, da molti considerato “maledetto” e dalla vita molto complessa, è stato al centro della prima serata degli incontri culturali promossi dall’Azione Cattolica in San Carlo per l’anno sociale 2009/2010. Quella di porre al centro del primo incontro annuale uno scrittore sta divenendo tradizione a san Carlo, come ha ricordato Manuel Vigano, presidente dell’Azione Cattolica, introducendo l’incontro. «Lo scorso anno iniziammo con Guareschi, non solo incontro, ma anche mostra aperta al pubblico per due settimane. E l’anno precedente un altro scrittore di lingua inglese Gilbert Chesterton» ha ricordato prima di lasciare la parola a Paolo Gulisano relatore della serata.

Gulisano, medico di professione, ha fatto dello studio della letteratura inglese degli ultimi due secoli la sua vocazione. Soprattutto gli scrittori cattolici e i convertiti dall’anglicanesimo. Tolkien, Lewis, Belloc, Chesterton sono stati oggetto di studi e di saggi. L’ultima sua opera riguarda appunto Oscar Wilde (“Il ritratto di Oscar Wilde” editore Ancora, pagine 208, euro 14,00) autore con una avventura umana un poco diversa dagli altri citati. «Comunemente si pensa che Wilde sia inglese- esordisce- mentre è irlandese. Irlandese di famiglia protestante. Amava l’Irlanda, ma era attratto dall’Inghilterra». Ma perché interessarsi di Wilde - si è subito chiesto - «Wilde peccatore, personaggio controverso e scandaloso del quale vennero bruciate, dopo la condanna penale, le opere in Inghilterra?». Ma dello scrittore, celebre per i suoi aforismi ma autore anche di favole per bambini, sono sempre state date immagini parziali, quasi di comodo, utilitaristiche.

Una è quella di icona gay e martire omosessuale. Ma Wilde è stato sposato con Clarence Lloyd e padre di due figli. «Ma l’aspetto che fa scandalo è che nelle sue opere parla dell’abisso del male che c’è in ciascuno di noi e che si riflette nella società». Il relatore si è soffermato sull’opera più famosa “Il ritratto di Dorian Gray”, la cui versione cinematografica è attesa fra poco, considerato il manifesto dell’estetismo. Ma dietro la ricerca quasi esasperata del bello si nascondeva un desiderio più ampio. Ed emerge un aspetto sottaciuto di Wilde. La sua tensione religiosa. Attratto dal pensiero di Newmann. La religiosità è presente nelle sue opere, pur nel disordine morale della sua esistenza. Disordine che non lo abbandonerà fino alla rovina. Ma anche la conversione al cattolicesimo negli ultimi giorni di vita. Una conversione desiderata e mai precedentemente condotta a compimento. Auguratagli da Pio IX che lo scrittore incontrò a Roma: «la sua vita sia un lungo cammino per incontrare Cristo» fu il commiato del Papa.
gigi brioschi

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