mercoledì 22 luglio 2009

La chiusura di Zopa e i problemi di Bankitalia

Giorni fa è stata data un po' di evidenza a questa notizia.
La riprendiamo attraverso questo commento su IlSussidiario.net perché riteniamo la vicenda molto significativa, in un'ottica distributistica.


Gianfranco D'Atri

mercoledì 22 luglio 2009

La decisione di interrompere l'attività di Zopa, il sito internet di intermediazione di piccoli prestiti, è significativa non tanto per l'impatto economico (poche migliaia di persone e solo 7 milioni di prestiti on-line) quanto per il messaggio inviato

Lo Stato mostra la sua forza nell'applicazione delle leggi (perché sicuramente sono state violate alcune norme formali dal sito web) verso i piccoli e i deboli, ancorché portatori di innovazione. È evidente che le norme non sono adeguate, le leggi non sono adatte a regolamentare nuove strade e nuovi ruoli. Ma c’è di più, l’iniziativa di Zopa va nella direzione di forme sussidiarie di finanza e perciò il problema é più complesso.

Quasi tutte le Banche hanno violato le norme di prudenza e saggia gestione del credito, ma anziché proporre sanzioni, si sono inventati i sussidi e le iniezioni di liquidità. E per gli intermediari finanziari che non hanno rispettato le norme di trasparenza - lo ha detto il presidente della Consob, Cardia - è stato sufficiente un buffetto sulla guancia nella sala di Piazza Affari.

Per il sito di Social lending, invece , si è provveduto d'ufficio: si chiude. Eppure è attivo da due anni. Se ledeva gravemente il sistema, perché si e' atteso tanto? Sarebbe stato necessario modificare regolamenti? Sarebbe stato necessario fare nuove leggi? Allora, in una delle tante conferenze e seminari ai quali ha partecipato il Governatore Draghi, non avrebbe potuto discutere anche di sussidiarietà e nuove strade per la finanza, visto che i suoi servizi ispettivi tenevano sotto controllo Zopa e conoscevano il problema?

Ma il Governatore della Banca d'Italia è troppo occupato a dare consigli su come gestire la finanza mondiale e a garantirsi un nuovo ruolo a livello internazionale, per preoccuparsi di regolamentare queste attività. Ma è così peregrina l'idea che Zopa, per quanto piccola, sia un'attività alternativa al sistema bancario? E se per caso a qualcuno venisse in mente che, nonostante tutto, Draghi continua a vivere serenamente nel conflitto d'interessi di essere controllore dei suoi controllanti?

Non sappiamo se il Social lending sarà in grado di far crescere una diversa forma di offerta di denaro alle imprese e alle famiglie, e potrà avere un impatto economico rilevante; siamo però certi che bloccarlo renderà più difficile sperimentare forme di finanza meno distruttiva e più vicine all'uomo .
Al momento in Italia l’unica forma alternativa di finanza è l’attività usuraia, che imperversa soprattutto nelle regioni meridionali. In questo caso non ci risultano interventi determinati come quello nei confronti di Zopa.

Le recenti statistiche mostrano che l’usura regna sovrana, ma la Banca d'Italia non pare in grado di fronteggiare il fenomeno né di dedicare risorse al suo contrasto. Allora, a che serve il controllo del sistema finanziario con una megastruttura come l'istituto di via Nazionale (8000 dipendenti e 2 mld di costo: leggete bene due miliardi di euro!), se persino i flussi finanziari usurai sfuggono al suo monitoraggio?

Ripensare al ruolo di Banca d'Italia: è questa la risposta da dare al piccolo evento della chiusura del sito. Zopa è (senza volerlo) il punto focale di una riflessione più ampia, che merita almeno l’attenzione dedicata alle escort. Il comitato interparlamentare “Cultori dell’Etica” presieduto dal senatore Borea e i banchieri che hanno ascoltato Papa Benedetto XVI contro la piaga dell’usura siano coerenti .

Il Ministro Tremonti non può continuare a tergiversare nell’avvio immediato delle procedure per la cessione delle quote di Banca d'Italia, anche contro il volere di Draghi. I partiti politici affrontino immediatamente il riordino di Banca d'Italia: essa non è più l'Istituto di emissione. Essa non deve detenere immobili e partecipazioni in società quotate (Bonifiche Ferraresi), essa non deve più alimentare una burocrazia asfittica di funzionari incapaci di leggere la modernità e lavorare per il paese.

I sindacati interni e i membri del Direttorio (ma chi è Robespierre?) faranno quadrato: l'intangibilità dell'autonomia della Banca, l'indipendenza dalla politica , il ruolo di garanzia. Ma lo sanno costoro che le funzioni di gestione monetaria sono ormai assegnate alla Bce e che in Italia circola l'euro? Cosa tutela Banca d’Italia: il sistema finanziario dei cittadini italiani o i sedili (dalle poltrone agli strapuntini) di poche migliaia di persone e del loro governatore?

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