lunedì 23 febbraio 2009

Papa: aiutatemi a compiere il ministero di Pietro


La festa della Cattedra di san Pietro, occasione per sottolineare l’autorità del vescovo di Roma, garanzia dell’unità e delle “varietà legittime” nella Chiesa, testimoniata fin dal II secolo. Gesù è capace di salvare anche dalla “paralisi dello spirito”. Preghiera a Maria per “entrare” nella Quaresima, che inizia mercoledì 25 febbraio.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Nel giorno in cui la Chiesa festeggia la Cattedra di san Pietro (22 febbraio), Benedetto XVI si è rivolto ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per l’Angelus, chiedendo loro di “accompagnarmi con le vostre preghiere, perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato quale Successore dell’apostolo Pietro”.

“La Cattedra di Pietro – ha spiegato il pontefice - simboleggia l’autorità del Vescovo di Roma, chiamato a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio. Subito dopo il martirio dei santi Pietro e Paolo, alla Chiesa di Roma venne infatti riconosciuto il ruolo primaziale in tutta la comunità cattolica, ruolo attestato già nel II secolo da sant’Ignazio di Antiochia (Ai Romani, Pref.: Funk, I, 252) e da sant’Ireneo di Lione (Contro le eresie III, 3, 2-3). Questo singolare e specifico ministero del Vescovo di Roma è stato ribadito dal Concilio Vaticano II. "Nella comunione ecclesiastica, - leggiamo nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa - vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni, rimanendo integro il primato della Cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione universale della carità (cfr S. Ign. Ant., Ad Rom., Pref.), tutela le varietà legittime, e insieme veglia affinché ciò che è particolare, non solo non nuoccia all’unità, ma piuttosto la serva" (Lumen gentium, 13).

In precedenza il papa, parlando alle decine di migliaia di presenti, ha commentato brevemente il Vangelo della domenica, che riferisce l’episodio del paralitico perdonato e guarito da Gesù (Mc 2,1-12). “Mentre Gesù stava predicando, tra i tanti malati che gli venivano portati, ecco un paralitico su una barella. Al vederlo il Signore disse: ‘Figlio, ti sono perdonati i peccati’ (Mc 2,5). E poiché alcuni dei presenti, all’udire queste parole, erano restati scandalizzati, aggiunse: ‘Perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua’ (Mc 2,10-11). E il paralitico se ne andò guarito. Questo racconto evangelico mostra che Gesù ha il potere non solo di risanare il corpo malato, ma anche di rimettere i peccati; ed anzi, la guarigione fisica è segno del risanamento spirituale che produce il suo perdono. In effetti, il peccato è una sorta di paralisi dello spirito da cui soltanto la potenza dell’amore misericordioso di Dio può liberarci, permettendoci di rialzarci e di riprendere il cammino sulla via del bene”.

Prima della preghiera mariana e dei saluti nelle diverse lingue, Benedetto XVI ha rivolto una preghiera alla Madonna perché ci aiuti “ad entrare con le dovute disposizioni d’animo nel tempo della Quaresima, che inizierà mercoledì prossimo con il suggestivo rito delle Ceneri”. Il papa riceverà le Ceneri durante la cerimonia pomeridiana nella basilica in Santa Sabina.

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