giovedì 12 febbraio 2009

Chesterton è attuale - 32 - Da Il Velino.

CLT - Lettere immaginarie / G. K. Chesterton a Giorgio Napolitano

Roma, 11 feb (Velino) - Gentile Presidente della Repubblica italiana. – La stima e l’affetto che nutro per lei mi inducono a pregarla di riflettere un attimino su questo mio vecchio aforisma: “Quando la gente smette di credere in Dio, diventa capace di credere in qualsiasi cosa”.

Ma perché – si chiederà – questo vecchio scrittore inglese, piuttosto démodé, si permette di importunarmi sventolandomi sotto il naso questo motto che egli infilò, ormai tanti decenni fa, all’inizio del secolo scorso, in uno dei tanti, forse troppi libri in cui tentò di rilanciare, in forme forse anche troppo brillanti, non tanto la fede nel cristianesimo ma un’arrugginita ortodossia cattolica? (segue)

Glielo spiego subito: è accaduto che nei giorni scorsi, mentre seguivo le controversie che da voi infuriavano, e infuriano ancora, sul caso della sventurata Eluana Englaro, mi è accaduto più volte di pensare che quella mia vecchia massima – attagliandosi a tutte indistintamente le idolatrie che pretendono di rimpiazzare l’Eterno con qualche ridicolo vitello d’oro, tipo stato, nazione, classe, partito, popolo, scienza e simili – conviene perfettamente anche alle tante boriose scemenze esternate in questa circostanze dai più vivaci esponenti della nota lobby laicista italiana. E per dimostrarlo vi aggiungerò il seguente codicillo: “Ma sì, diventa capace di credere in qualsiasi cosa. Persino nella Costituzione Italiana, nella Corte di Cassazione, in Eugenio Scalfari, in Claudio Magris e nel Quirinale”.

Spero che questo garbato riferimento alla natura vagamente idolatrica della fede che la citata lobby in questa circostanza, ha mostrato di avere in lei e nello Stato che lei rappresenta, possa farle avvertire il bisogno di colmare una lacuna della sua vasta cultura, tutta di stampo, immagino, rigorosamente storicista, dando un’occhiata a qualche mio vecchio libro. Supponendo che lei non ignori i miei celebri racconti polizieschi del ciclo di Padre Brown, ma che invece non conosca affatto i miei saggi religiosi, le ho perciò spedito queste due operine. (segue)

La prima, intitolata “L'uomo eterno”, e in Italia appena riproposta dall’editore Rubbettino, ripercorrendo suppergiù l’intera storia umana, si oppone al dilagante darwinismo, nega la linearità dello sviluppo dalla barbarie alla civiltà e riafferma l'unicità e la cesura rappresentate dal messaggio cristiano. La seconda, intitolata “Eugenetica e altri malanni”, edita da Cantagalli e anch’essa fresca di stampa, è la prima traduzione italiana di un saggio in cui, oltre mezzo secolo fa, mi feci beffe dello scientismo e dell'arroganza con cui si pretende di manipolare gli esseri umani, e di trattarli alla stessa stregua di oggetti.

Buona lettura, caro Presidente. E comunichi ai suoi fan che nessuna dimora terrena – nemmeno la sua, edificata com’è su un colle che pur essendo il più alto di Roma, di fronte alle vette celesti è soltanto un montarozzo – è degna di sostituire l’Eterno nel cuore degli umani.

(Ruggero Guarini) 11 feb 2009 17:32



Nessun commento: