mercoledì 10 dicembre 2008

Un Arcivescovo britannico (molto distributista) sfida il Governo sull'economia


La soluzione è la virtù, non la regolamentazione, afferma

BIRMINGHAM, giovedì, 27 novembre 2008 (ZENIT.org).- Le cause della crisi finanziaria britannica sono etiche, e per porre fine alla recessione economica i leader civili devono riportare le passate misure finanziarie nella sfera della virtù, sostiene l'Arcivescovo Vincent Nichols.
L'Arcivescovo di Birmingham lo ha affermato nell'omelia che ha pronunciato domenica nel corso dell'annuale Civic Mass. “La fede cristiana è un guardiano delle vere virtù umane di cui abbiamo bisogno ora che iniziamo a vivere in un periodo di austerità e difficoltà”, ha dichiarato.
“Un mercato controllato solo dalla regolamentazione prima o poi soccomberà al suo intrinseco istinto di profitto a tutti i costi”, ha detto ai funzionari presenti.
“Ovviamente il motivo del profitto è fondamentale e la responsabilità degli investitori è un significativo fattore di equilibrio nell'assumere un rischio, ma ciò che abbiamo visto è che, lasciato a se stesso, il mercato finanziario non ha una robusta cornice esterna di riferimento, e nemmeno una cornice economica più ampia”.
“Il mercato finanziario si è comportato come se esistesse da sé e in sé, e a beneficio di quanti ne fanno parte”.
L'Arcivescovo Nichols ha sottolineato il bisogno da parte del mercato della “prospettiva e pratica della vera virtù, che costruisce la fiducia e senza la quale ogni sforzo umano è instabile”.
Il presule ha invocato la benedizione di Dio sui presenti alla Messa e su tutti i funzionari pubblici. “Qui non troveremo soluzioni finanziarie o commerciali”, ha riconosciuto. “Ma potremmo guadagnare qualche prospettiva sulla nostra situazione, alla luce della verità sulla nostra natura umana che questa festa [di Cristo Re] esprime e che la fede in Dio rende chiara”.
Virtù, non valori
L'Arcivescovo Nichols ha sottolineato il bisogno della società di una “prospettiva e pratica della vera virtù”, sostenendo che “come società abbiamo trascurato lo sviluppo di valori etici e principi condivisi che guidino e modellino il nostro comportamento, credendo che si tratti di un obiettivo irraggiungibile, e abbiamo sostituito la regolamentazione”.
“Dove la nozione di 'valori' è flessibile ed elastica – perché una persona può stabilire o negoziare i suoi valori, e adattarli al proprio comportamento –, le virtù sono più impegnative”.
“Una virtù è una capacità personale d'azione e un potere per il progresso e la perfezione. Le regole del gioco da sole non hanno mai prodotto un'ottima prestazione. Solo la dedizione, il sacrificio e la vera abilità ci riescono. E' questa l'arena della virtù”.
Il presule ha parlato delle virtù umane della prudenza, del coraggio, della giustizia e della temperanza, aggiungendo: “Queste virtù umane trovano la loro vera base nelle virtù teologali: fede, speranza e carità, che ci legano a Dio e gli uni agli altri”.
Allo stesso modo, ha sottolineato la virtù della misericordia, “con cui l'applicazione delle norme viene sospesa a favore dell'amore e della compassione”.
“Una famiglia o una società incapace di mostrare misericordia ai suoi membri deboli e vulnerabili è morta dentro”, ha concluso l'Arcivescovo. “La rigida applicazione della regolamentazione fa uscire da noi la vita, e può essere riscattata e redenta solo vivendo la vera virtù e soprattutto con la misericordia, la più preziosa qualità di Dio”.

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