venerdì 12 settembre 2008

Il Papa in Francia - La laicità e la fede possono andare d'accordo.


Da Il Giornale di oggi 12 settembre 2oo8

Parigi - "L’esercizio della presidenza dell’Unione Europea costituisce per la Francia l’occasione di testimoniare il suo tradizionale attaccamento ai diritti dell’uomo e alla loro promozione per il bene dell’individuo e della società". Lo ha detto il Papa nel discorso all’Eliseo, chiedendo a Sarkozy di difendere nel suo semestre europeo "i diritti inalienabili della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come anche quelli relativi all’educazione libera, alla vita familiare, al lavoro, senza dimenticare naturalmente i diritti religiosi".

La vera grandezza dell'Ue "Quando il cittadino europeo si renderà conto che questi diritti, che costituiscono un tutto indissociabile, sono promossi e rispettati, allora - ha affermato il Pontefice - comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione e ne diverrà un attivo artefice". Si tratta, ha riconosciuto di "un compito che non è facile: i tempi sono incerti ed è una impresa ardua trovare la strada buona in mezzo ai meandri del quotidiano sociale ed economico, nazionale e internazionale".

L'Europa e la pace nel mondo "In particolare - ha aggiunto Ratzinger - di fronte al pericolo del riemergere di vecchie diffidenze, tensioni e contrapposizioni tra Nazioni, di cui oggi siamo preoccupati testimoni, la Francia, storicamente sensibile alla riconciliazione tra i popoli, è chiamata ad aiutare l’Europa a costruire la pace dentro i suoi confini e nel mondo intero".

Rispetto delle differenze "È importante, a tale riguardo - ha sottolineato il Pontefice - promuovere un’unità che non può e non vuole divenire uniformità, ma che è capace di garantire il rispetto delle differenze nazionali e delle diverse tradizioni culturali, che costituiscono una ricchezza nella sinfonia europea, rammentando, d’altra parte, che la stessa identità nazionale non si realizza se non nell’apertura verso gli altri popoli e attraverso la solidarietà con essi". Così, ha concluso il Papa rivolto a Sarkozy, "il suo Paese contribuirà sempre di più a far progredire questo secolo verso la serenità, l’armonia e la pace".

La libertà senza legami finsice in arbitrio "Sarebbe fatale se la cultura europea di oggi potesse comprendere la libertà ormai solo come la mancanza totale di legami e con ciò favorisse inevitabilmente il fanatismo e l’arbitrio", ha ribadito il Papa. "Mancanza di legami e arbitrio - ha sottolineato - non sono libertà, ma la sua distruzione". "Una cultura meramente positivista che rimuovesse nel campo soggettivo come non scientifica la domanda circa Dio - ha detto - sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilità più alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze potrebbero essere anche gravi".

Sarkozy: "Follia privarsi delle religioni" Per il presidente della Repubblica francese "sarebbe una follia" privarsi delle religioni, "un errore nei confronti della cultura e del pensiero". Sarkozy ha aggiunto che "è legittimo per la democrazia e rispettoso della laicità dialogare con le religioni. Le religioni, e in particolare la religione cristiana con la quale condividiamo una lunga storia, sono patrimoni viventi di riflessione e di pensiero, non soltanto su Dio, ma anche sull’uomo, sulla società, e anche su questa preoccupazione oggi centrale che è la natura e la difesa dell’ambiente". "La laicità positiva, la laicità aperta - ha continuato Sarkozy - sono un invito al dialogo, alla tolleranza e al rispetto. È una chance, uno slancio, una dimensione ulteriore fornita al dibattito pubblico". "Le nostre società hanno bisogno di rispetto - ha detto ancora il capo dello stato francese - di dialogo e di tolleranza".

"La crescita includa lo sviluppo" Nel suo intervento di saluto al Papa il presidente francese ha sottolineato anche che "la crescita economica per la crescita economica non ha senso. Solo il miglioramento della situazione del più grande numero di persone e lo sviluppo della persona ne costituiscono i suoi scopi legittimi". "Questo insegnamento - ha aggiunto Sarkozy - che è al centro della dottrina sociale della Chiesa, è in perfetta sintonia con le poste in gioco dell’economia contemporanea globale. Il nostro dovere è di ascoltare questo insegnamento".

Oggi e domani a Parigi, poi a Lourdes Il Papa visita la laica Francia, un po' in veste di accademico un po' come pellegrino. La visita si dividerà tra Parigi, dove è previsto l’aspetto più politico, e Lourdes, dove invece prevarrà la parte più spirituale. È la prima volta di Benedetto XVI oltralpe da quando è salito al soglio di Pietro, ma Joseph Ratzinger conosce bene quella terra, dove ha parlato numerose volte in prestigiose sedi accademiche, come all’Università Sorbona.

Rapporto con l'Islam Secondo appuntamento parigino è la visita al Collège des Bernardins di Parigi, dove è atteso un discorso sul rapporto tra fede e cultura, davanti a una rappresentanza di musulmani, a due anni esatti dall’ormai famoso discorso all’Università di Ratisbona che sollevò numerose critiche e polemiche per una citazione di Ratzinger su Maometto.

"Spiritualmente siamo semiti" L’antisemitismo non ha alcuna giustificazione teologica, e con le stesse parole usate da Pio XI, papa Ratzinger afferma che "spiritualmente noi siamo semiti". Inoltre il Papa rende "un commosso omaggio a coloro che sono morti ingiustamente" nella persecuzione contro gli ebrei, e "a coloro che si sono adoperati perchè i nomi delle vittime restassero presenti nel ricordo: Dio non dimentica".

Visita a Lourdes Domani sera Benedetto XVI si trasferirà a Lourdes, dove celebrerà il 150° anniversario delle apparizioni mariane nel Santuario. Qui, Ratzinger si farà pellegrino tra i pellegrini, diventerà uno degli oltre sei milioni di fedeli che ogni anno sfilano davanti alla Grotta dove la giovane Bernadette vide la Madonna.

I socialisti: "Il governo resti custode della laicità" Il partito socialista francese ha rivolto un appello a Sarkozy. "La laicità implica che la religione resti una questione personale, in uno Stato rispettoso della libertà dei culti", ha sottolineato Julien Dray, portavoce socialista, aggiungendo che "quanti hanno la responsabilità di governare la Repubblica, primo fra tutti tutti il presidente, devono essere custodi di questi principi". Secondo Dray "la priorità immediata del governo deve essere di unire i francesi: la Francia ha già abbastanza problemi per aprire nuove polemiche".

I Verdi: "Francia chiesa di Sarkozy" Anche i Verdi hanno reagito all’accoglienza "in grande pompa" del Papa da parte di Sarkozy. Il presidente, dicono in un comunicato dal titolo "La Francia chiesa di Sarkozy", "ha agito ancora una volta in contraddizione con il principio di laicità delle nostre istituzioni". Non meno critica la reazione del Consiglio nazionale delle associazioni delle famiglie laiche (Cnafal) che ha denunciato oggi "l’intrusione permanente della religione nel campo politico" da quando Sarkozy è all’Eliseo. Intrusione che, secondo loro, "mira a restaurare un’influenza persa ormai da tempo in Francia".


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