giovedì 31 luglio 2008

Cattolici - Hanoi, terreni e parrocchia sequestrate da ditte e uffici commerciali

Da AsiaNews
di Nguyen Hong

Dopo 15 anni arriva una risposta fumosa del Comitato del popolo, che domanda alla parrocchia di sottomettersi agli investimenti e agli sviluppi commerciali della zona. Il Comitato valuterà se la popolazione ha bisogno di “spazi per attività religiose”.


Hanoi (AsiaNews) – La parrocchia di Thai Ha ad Hanoi può dire addio ai terreni e alla casa, sequestrati da tempo: il Comitato cittadino del popolo ha inviato una lettera all’arcivescovo…. Dicendo che la parrocchia deve sottomettersi alle “leggi sugli investimenti e quelle sulle costruzioni”.

Da oltre 15 anni, da quando in Vietnam è stata varata la do moi (le riforme economiche), la maggior parte del terreno della parrocchia è stato requisito dal governo per gli uffici della Compagnia dell’elettricità, un cementificio, una ditta di trasporti e una di confezioni.

Da almeno 15 anni il p. Vu Khoi Phung, parroco, e il provinciale dei Redentoristi, p. Nguyen Trung Thanh, domandano il ritorno dei terreni e della casa parrocchiale sequestrata.

Finalmente in questi giorni, il Comitato del popolo di Hanoi ha risposto inviando una lettera all’arcivescovo e al provinciale dei redentoristi. In essa si afferma che tutti i terreni dell’area vengono affidati al Comitato del popolo del distretto di Dong Da per “organizzare”, “studiare”, “correggere” un piano di investimenti per progetti di bene pubblico, costruendo una strada sempre sui terreni della parrocchia. La lettera esige che la parrocchia segua le “leggi sugli investimenti e quelle sulle costruzioni”. Il Comitato avrà il potere di valutare se la popolazione dell’area ha bisogno di spazio per i servizi religiosi, oppure no.

Per i fedeli di Thai Ha, le conclusioni così vaghe della lettera non promettono nulla di buono: “È fin troppo chiaro – dice uno dei parrocchiani – che il governo ha deciso di requisire tutti i terreni della parrocchia per seguire piani di sviluppo economico. Ma facendo questo compie un’ingiustizia e viola la libertà religiosa”. I parrocchiani hanno deciso di rifiutare la decisione del Comitato: “Con la scusa di fare progetti per il bene pubblico – essi dicono - in realtà sostengono industrie e compagnie private, senza interessarsi davvero al bene della popolazione. Secondo la legge vietnamita il governo deve servire il popolo e assicurare ad esso beni spirituali e culturali”.

P. Vu Khoi Phung ha chiesto all’arcivescovo di Hanoi e alla congregazione dei redentoristi di lanciare una campagna di preghiera per i membri della parrocchia, ma “anche per il governo, perché impari a rispettare la giustizia per il popolo e la nazione”.

Dalla fine dell’anno scorso in Vietnam sono sempre più frequenti gli scontri fra la popolazione cattolica e le autorità locali a causa di sequestri di proprietà, avvenuti in passato, nel periodo “rivoluzionario” del Paese, giustificate allora con il “fare il bene del popolo”. Ora, con le nuove riforme economiche, i terreni vengono venduti a ditte private, invece che essere ridate ai legittimi proprietari.

È rimasto famoso il sequestro della ex nunziatura di Hanoi, venduta a una compagnia privata che vuol farne un bar e un albergo. Per settimane i fedeli hanno occupato il cortile della costruzione, sfidando la polizia. Altri sit-in e scontri sono avvenuti anche ad Ho Chi Minh City.

Il problema della restituzione dei beni ecclesiastici è stato affrontato anche durante l’ultimo incontro del governo di Hanoi con una delegazione vaticana, lo scorso giugno.

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