giovedì 15 maggio 2008

Se Nick Hornby scrive un pamphlet pro vita e famiglia


Abbiamo letto sul sito de La Compagnia del Libro, il gustoso programma di Sat2000 condotto e curato dall'amico Saverio Simonelli che ci ha ospitato la scorsa settimana, una sua interessante recensione di un romanzo di Nick Hornby straordinariamente a favore di vita e famiglia, pur restando laicissimo e molto "metropolitano".
Ovviamente sono usciti fiumi di recensioni e nessuna che abbia messo in luce questo aspetto...
Allora ve ne proponiamo (non è la prima volta che Saverio ci mette a parte di "insospettabili scoperte", e gliene siamo grati) il passaggio iniziale, rimandandovi alla lettura dell'intero cliccando, come sempre, il nostro titolo.
Il neretto è nostro, non se la prende il Papa quando lo mettiamo, figuriamoci se si dispiacerà Saverio...

di SAVERIO SIMONELLI

Non so cosa ne pensiate voi, ma ci sono dei libri che impressionano la mente come una lastra fotografica, come nel momento in cui dentro la camera oscura lo sviluppo chiude fuori dall’universo di quella foto tutta la possibile luce del mondo esterno. Bene - ripeto - ci sono dei libri con i quali succede lo stesso. E lo capisci perché alzando gli occhi dal testo e richiudendolo continui a pensare con quella sintassi lì, ragioni per un attimo con quello stile che c’era sulla carta e se qualcuno ti rivolge la parola rispondi come se ti trovassi ancora dentro le pagine. Insomma sono casi in cui la nostra lingua ha indossato il mondo dello scrittore come un vestito particolarmente aderente.
Ecco: questo è un po’quello che succede leggendo in genere i romanzi di Nick Hornby e ora in particolare questo “Tutto per una ragazza” (pessima e inspiegabile traduzione dell’originale ‘Slam’) sicuramente il migliore tra le sue ultime creazioni, almeno dal tempo di “Come diventare buoni”. Ed è il migliore forse anche perché questa lingua così immediata, urbana e “contemporanea” ci introduce a contenuti “forti” anch’essi attualissimi. Succede in breve che stavolta Nick Hornby, tifoso dell’Arsenal e calciofilo di primissima qualità, laburista deluso da Tony Blair, ha scritto non credo inavvertitamente uno splendido, credibile e godibile spot pro familgia e pro life: più trasparente e convincente di una siepe di cartelli di fronte a una clinica abortista o di una dotta disquisizione su diritti natuale e requisiti ontologici della persona umana. Come è potuto accedere? Stiamo ai fatti, cioè al testo. (...)

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