giovedì 7 febbraio 2008

Nuovo sondaggio: siete d'accordo con la proposta di fare la campagna elettorale sulla base dell'adesione alla moratoria dell'aborto?

Giuliano Ferrara ha lanciato un sasso (secondo me grosso quanto lui) nello stagno.
Qualche post fa abbiamo riportato quella sua dichiarazione sulla campagna elettorale.
Ha poi detto, un paio di giorni fa su Il Foglio (grosso modo): perché non facciamo delle liste di scopo che si presentino alle prossime elezioni proprio sul problema della moratoria dell'aborto e sui grandi temi bioetici?
Qualcun altro ha detto: perché non valutiamo i partiti e i candidati sulla base dell'adesione alla moratoria dell'aborto?
Altri hanno detto, sull'esperienza dell'Intergruppo della Sussidiarietà, di creare un gruppo trasversale che lavori in parlamento su questi temi.

Le reazioni naturalmente sono state diverse, anche nel mondo cattolico.

Voi che ne pensate? Siete d'accordo con la proposta di fare la campagna elettorale sulla base dell'adesione alla moratoria dell'aborto?

Per farvi un'idea del problema, potete -cliccando qui- leggere l'articolo di Carlo Casini sull'Avvenire di oggi "Biopolitica, l'ora è venuta", riportato anche nel sito Più Voce. Qui sotto un passaggio importante:

"Dipenderà dal nuovo governo se davvero la proposta di `grande moratoria` sarà almeno sollevata nell’ONU; se davvero sarà sospesa la erogazione di fondi europei per la distruzione di embrioni umani in nome della scienza e per il finanziamento delle organizzazioni internazionali che sostengono l’aborto; se la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea potrà continuare a tacere sul diritto a nascere; se l’Unione potrà così sostenere nelle conferenze internazionali il diritto umano fondamentale all’aborto; se in tutte le nomine che contano nella interpretazione dei diritti umani dalla Corte Costituzionale alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, alle varie Commissioni dell’ONU prevarranno scelte «abortiste» o «per la vita»; se nell’applicazione e nelle possibili modifiche della legge 194 (e della legge 40!) resterà velleitaria o concreta la nostra idea di uno Stato che è comunque schierato dalla parte del diritto alla vita di tutti e che, se vuol rinunciare ad affidarsi a divieti o soltanto a promesse tanto equivoche e generiche quanto ipocrite, sa trovare strumenti più alti e concreti per essere se stesso: uno Stato forte e intransigente nella solidarietà verso i deboli".

Potete dare voce ai vostri pensieri mettendo dei commenti qui sotto, e comunque partecipare al sondaggio qui a fianco.

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